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MEME: ARCHIVIO INFINITO DI CREATIVITA’

Articolo di Benedetta Mordente In un momento storico in cui il patrimonio multimediale è il più vasto mai visto, creatività e personalizzazione rappresentano l’essenza stessa dei meme, per la possibilità che danno di rielaborare i significati un numero infinito di volte. Una prima definizione Il meme è la minima unità culturale capace di replicazione nei cervelli. È,ad esempio, una moda, uno stereotipo, un'immagine, che si propaga tra le persone attraverso la copia o l'imitazione mediante disseminazione e condivisione . Questa è almeno la definizione che troviamo su Wikipedia. Il primo ad utilizzare questo termine fu Richard Dawkins nel suo libro Il gene egoista (1974), intendendolo come l’unità base dell’evoluzione umana, così come il gene è l’unità base dell’evoluzione biologica. Chiaro è che con l’avvento di internet il termine ha cambiato significato, ma l’associazione non è sbagliata: così come il gene si diffonde attravers

LA SCIENZA È SCIENZA, LA FANTASCIENZA È UN'ALTRA COSA

Articolo di Giorgia Veraldi


L'avvento di Internet negli anni '60 ha fatto si che il computer diventasse un mezzo di comunicazione di massa, la cui problematica principale è da riscontrare nella capacità di condivisione e diffusione dell'informazione. 

La nascita del Web 2.0, termine utilizzato per la prima volta nel 2004 da O' Reilly Media, ha aperto la strada a nuove opportunità dando in primo luogo all'utente la possibilità di diventare creatore di contenuti.  Quella che definiamo informazione digitale se da un lato porta con sé determinati vantaggi come una maggiore facilità di memorizzazione e una trasmissione fedele dei dati, allo stesso tempo porta a quello che potremmo definire un sovraccarico comunicativo che lo studioso Anolli (2010) definisce come smog da dati. Proprio secondo quest'ultimo, nel momento in cui l'informazione supera una certa soglia, non contribuisce più a migliorare la nostra vita ma, anzi, la peggiora in quanto richiede uno sforzo cognitivo maggiore per selezionare ciò che realmente è utile da ciò che non lo è. Seguendo tale logica, non possiamo che citare la ricerca condotta negli USA dall'Università di Stanford. Secondo questo studio, circa l'82% dei liceali non è in grado di riuscire a valutare l'autenticità del contenuto informativo pervenuto su internet e non è in grado di valutare l'importanza della notizia in base all'autorevolezza della fonte quanto piuttosto in base alla capacità di un contenuto di ricevere like ed essere condiviso. L'informazione dunque attraverso internet viaggia molto più velocemente attraverso il processo di condivisione legato agli utenti, in grado di fa rimbalzare la notizia anche su canali mediali come quelli tradizionali. Ci troviamo perciò nell'epoca di quella che definiamo post-truth, termine coniato nel 2016 dall'Oxford Dictionaries per indicare una condizione sociale dove l'informazione è caratterizzata da «un'inedita velocità di propagazione che la distribuisce a ondate virali e tra gruppi di appartenenza tra loro opposti che rilanciano continue contro-informazioni e smentite reciproche […]» (Grignolio, 2017, p. 78-79). Tutto ciò è ancora più vero se lo pensiamo in ambito medico. In particolar modo, la capacità di reperire facilmente informazioni ha portato l'utente/paziente a diventare una sorta di partner nei confronti del medico, in grado – attraverso l'utilizzo di quello che è definito cyberspazio – di conoscere tutto o quasi sulla propria condizione di malattia. Il paziente, dunque, nell'affrontare un problema di salute, ancor prima di contattare il medico compie una sorta di auto-diagnosi affidandosi ai contenuti reperiti attraverso il web, ricercati spesso su piattaforme non ufficiali come ad esempio i Wiki, i Blog, i Forum ma sopratutto i Social network sites in grado di diffondere velocemente le notizie e di farle rimbalzare attraverso la condivisione da parte della propria rete di amicizie. Il sovraccarico di informazioni porta con sé alcune insidie come la nascita della Cybercondria (Ruberto, 2011), una nuova forma di ansia e di ipocondria generata dalla ricerca spasmodica di informazioni e la prolificazione e diffusione di fake-news. Secondo una ricerca del Censis del 2017 solo in Italia sono stati oltre 15 milioni gli italiani che hanno utilizzato il web per ricercare informazioni in caso di piccoli disturbi e, di questi, circa 9 milioni sono rimasti vittime di bufale. Fra quest’ultime persone, la situazione più critica riguarda la prolificazione di oltre 175 bufale su possibili cure alternative e oltre 160 notizie false sulle cause del cancro. È a tal proposito che gli oncologi lanciano l'allarme mettendo in guardia da terapie che non fanno altro che giocare con la vita del paziente facendo leva su paure ed aspettative. 

Ma cosa porta il paziente a cercare informazioni sul web e ad affidarsi alle cure della medicina alternativa? 

Tra le cause più comuni vi è l'incapacità da parte di medici ed operatori sanitari di provare empatia nei confronti del paziente, di ignorare le sue domande e di utilizzare un linguaggio troppo specialistico e poco comprensibile; ma la sfiducia è data anche dagli innumerevoli episodi di malasanità che ogni giorno vengono enfatizzati dai canali mediali. A questi va poi aggiunta la paura nel caso di malattie mortali di affidarsi a terapie farmacologiche come la chemio.  Nel libro Balle mortali, Burioni (2018), riportando le parole di Giulio Cesare, afferma: «fere libenter homines id quod volunt credunt» cioè «gli uomini hanno la capacità di credere volentieri in ciò che desiderano» (p. 14). Questa frase ci riporta ad un problema largamente studiato dalla psicologia che è quello dei bias, cioè distorsioni attuate dall'uomo per preservare il proprio sistema di credenze. L'individuo mostra di essere incline a perseguire i bias di conferma e i bias di ritorno di fiamma (Quattrociocchi, 2017). Il primo indica la capacità di ricercare e selezionare ciò che conferma le proprie convinzioni mentre il secondo si riferisce alla capacità di rafforzare la propria visione in relazione a notizie “correttive” che vogliono smentire le inesattezze e falsità. Tali distorsioni, se torniamo al discorso sulle terapie farmacologiche, si possono applicare se pensiamo alle credenze diffusesi attorno alla chemio che ritengono che faccia più male che bene in quanto, proprio per la sua azione mirata, oltre a colpire le cellule malate spesso può uccidere anche quelle sane provocando effetti collaterali. In questo caso ciò di cui non si tiene conto è l'uso effettivo della terapia utilizzata non tanto per favorire l'effettiva guarigione, quanto per aumentare il tempo di sopravvivenza del paziente. Ed è proprio su questo punto che giocano molti autori di blog come "MACRO LIBRARSI", che approfitta dell'errata interpretazione dei dati ufficiali forniti dalla ricerca per affermare come vi sia stato un “tradimento della medicina in nome del profitto". Come questo blog, sono tantissimi poi i siti che consigliano l'uso di terapie alternative come quella omeopatica, il metodo di Bella e il metodo Hamer. 

Il metodo Hamer 

Viene introdotto da Geerd Hamer all'indomani dalla morte del figlio Dirk e dopo che gli venne diagnosticato, nel 1979, un tumore ai testicoli. Secondo la sua teoria, la malattia fu una conseguenza legata al dolore patito per l'amato figlio. A tal proposito egli afferma:

 «subii con questo evento scioccante un conflitto biologico, un cosiddetto conflitto di perdita con cancro ai testicoli. […] Questo cancro ai testicoli probabilmente aveva a che fare con la morte di mio figlio». 

Da queste intuizioni nasce la teoria della Nuova Medicina Germanica (NMG), la cui idea di base sta nel credere che l'origine di tutte le malattie sia da ricercare in uno shock che causerebbe una risposta da parte dell'organismo. Al momento della sua intuizione, comincia a gettare le basi per quelle che lui definisce le cinque leggi biologiche, cuore pulsante del suo nuovo modo di concepire la medicina. Dopo aver ricevuto in sogno il figlio Dirk, decide di mettere nero su bianco la sua visione nel libro Testamento per una Nuova Medicina. Nel 1982 la sua tesi viene respinta all'unanimità con 150 voti contrari dall' università di Tubinga, ma ciò non lo distoglie dal suo percorso e nello stesso anno comincia a curare i pazienti utilizzando unicamente la sua nuova cura. Da questo momento in poi, Hamer comincia ad attirare – positivamente – l'attenzione della stampa e della televisione. In una celebre intervista televisiva arriva ad affermare:

«il cancro esiste, ma è una cosa positiva. Non è cattivo, non è maligno. […] Non si deve fare la chemio, è sbagliatissimo. La chemio ha una mortalità del 98%. […] Io non do niente di niente, assolutamente nulla. Guardi gli israeliani, nel 99% dei casi guariscono, senza fare chemio e morfina».

Nonostante la sua morte, negli anni intorno a lui si forma una ricca schiera di adepti, ciarlatani senza alcuno scrupolo che diffondono informazioni errate attraverso l'utilizzo dei mezzi di comunicazione come i social. Fra i volti più noti possiamo ricordare Eleonora Brigliadori. La showgirl nel 2016 dichiarò sia in televisione che attraverso il proprio profilo Facebook di aver sconfitto il tumore al seno seguendo il metodo di autodiagnosi proposto da Hamer. Tramite il social, la Brigliadori si scaglia con rabbia contro la medicina tradizionale e l'uso della chemioterapia; consiglia di curare il cancro attraverso la ricerca della felicità e di non rivolgersi al medico neanche per la prima diagnosi. Per quanto riguarda il tumore al seno, oltre alla ricerca interiore della causa e quindi a sua volta del benessere, consiglia l'uso della fitolacca, pomata omeopatica impiegata contro le infiammazioni ghiandolari. Si appella alla vera scienza ma parla di fantascienza perché per lei non curare i malati attraverso la cura dello spirito fa parte del grande complotto messo in atto dalle case farmaceutiche. 

Diffusione delle notizie relative alla Nuova Medicina Germanica

Come abbiamo più volte ripetuto, oggi, ogni singolo individuo ha la possibilità di consultare la rete per ricercare informazioni circa la propria salute, ed è proprio sul web e sui social network sites che possiamo trovare migliaia di contenuti messi a disposizioni da ciarlatani che ingannano il paziente in nome del dio denaro. Dobbiamo partire però dal presupposto che ciò che spinge l'utente fra le braccia del truffatore è soprattutto il sentimento di paura ed il sapere che se in caso di determinate malattie la medicina tradizionale non è in grado di dare risposte certe, al contrario in questo mondo ci sarà sempre qualcuno pronto a poggiare una mano sulla tua spalla e a infondere speranza raccontando di prodigi miracolosi.  Nel caso di Hamer, come spiega lo stesso Walter Quatrociocchi, egli non fa altro che fornire una speranza a chi non ne ha più. Per quanto riguarda la diffusione delle notizie relative al metodo alternativo di cura sappiano che, nonostante molte delle associazioni e dei siti nati in nome della NMG siano ormai stati chiusi, vi è un mondo sotterraneo che si sviluppa sui vari gruppi Facebook. I nuovi seguaci non propinano più un'alternativa alla medicina tradizionale ma una medicina integrativa alle cure scientifiche in grado di fare ancora più danni. Si presentano come gruppi diagnostici, spiegano al paziente il perché di quella malattia e si "limitano" a portare la persona a scegliere fra la chemioterapia o il loro percorso di comprensione. Questo li porta a sfuggire da ogni tipo responsabilità, «ti mettono in mano la pistola con la quale farai da solo. E la chiamano scelta» (D'Amato, 2017, p. 677).  Ciò che ancora più spaventa è che tali gruppi diventano delle comunità basate sul perseguimento di uno scopo comune in grado di generare un patto di fiducia fra gli individui. In Italia, gli hameriani continuano ad esistere e a sopravvivere perché legati all'idea di essere perseguitati, in quanto portatori di verità, da quelli che definiscono i poteri forti. Sui vari gruppi social e sui vari forum, si leggono i racconti di presunte guarigioni in grado di infondere speranza mentre i membri dispensano consigli ai malati o diventano a loro volta medici ricercando la causa di una data malattia. Si appellano con forza al Testamento lasciato da Hamer e ne rivendicano la veridicità e l'autorevolezza. I "gruppi di studio", come amano definirsi, discutono circa il "benessere psicofisico" riunendosi in tutta Italia previa iscrizione all'associazione e versamento su conto bancario. Il denaro raccolto viene utilizzato come "tesoretto" destinato agli incontri locali, che risulteranno a pagamento, così come le partecipazioni alle conferenze, anche agli stessi tesserati. Su Facebook quindi non solo si troveranno informazioni e consulenze ma si potrà prendere conoscenza di tutti quegli eventi che includono una sorta di formazione professionale alle 5LB (5 leggi biologiche) che spesso e volentieri sono tenute Mark Pfister, ex pranoterapeuta senza alcuna formazione medica, amico di Hamer e responsabile di numerose morti. Sulla pagina Facebook "Formazione Professionale 5LB-SBLI Italia" inoltre si fa riferimento ad una formazione dedicata ai professionisti della salute e agli utenti che desiderano diventare attivi nella gestione della propria salute e la possibilità di poter ottenere 50 ECM (crediti che professionisti sanitari devono accumulare entro un determinato periodo di tempo per migliorare le proprie competenze) già alla fine del primo anno di corso. Il problema maggiore è che il corso, come sottolineato anche sul sito, è accessibile a tutti e permetterebbe dunque nella teoria di far diventare professionista chiunque.


Possibili soluzioni 

Non possiamo censurare i contenuti della rete, ma per quanto riguarda i vari social è necessario dotarli di una coscienza etica e di operare una sorta di filtraggio dei contenuti da parte di autorità terze. Il compito delle autorità terze dovrebbe essere seguito da un processo di trasparenza in grado di mostrare il meccanismo che ha portato ad una data decisione. A questo andrebbe poi aggiunto il processo di alfabetizzazione all'informazione da affidare alle scuole e da iniziare ad attuare già in tenera età. Infine, è fondamentale provare a riattivare quel meccanismo di fiducia che esisteva un tempo fra medico e paziente. Non basta più tenere conferenze ed invitare medici a discutere dei prodigi della medicina ma è necessario instaurare un rapporto di fiducia con l'utente in rete; la voce della scienza «deve essere percepita come una voce affidabile, priva di condizionamenti, disinteressata: ma soprattutto appassionata e convincente». (Burioni p 311)




Bibliografia
 
Roberto Burioni (2018), Balle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani, Rizzoli editore, Roma.

Ilario D’Amato (2017), Dossier Hamer. Inchiesta su una tragica premessa di cura contro il cancro, Mondadori, Milano.

Giuseppe Riva (2016), I social network, Il Mulino, Bologna.

Maria Giovanna Ruberto (2011), La medicina ai tempi del web, FrancoAngeli, Milano. 

Luigi Anolli (2010), Prima lezione di psicologia della comunicazione, Editore Laterza, Bari. 

Andrea Grignolio, Post-verità, vaccini, democrazia, in "the future of science and ethics", Vol.2, N.1, 77-88, Giugno 2017.

Walter Quattrociocchi, Di fake-news, big data e narrazioni, in "the future of science and ethics", Vol.2, N.1, 91-95

Mariella Immacolato et al., Comunicazione, informazione sanitaria e tutela del diritto alla salute, in notizie di POLITEIA, N. 97, 24-34.

Sitografia
 
Davide Micheli (2016), Stanford: i giovani non riconoscono le bufale sul web. Disponibile da https://www.pcprofessionale.it/news/stanford-giovani-bufale-sul-web/

Accademia della Crusca (2016), Vivamo nell'epoca della post-verità?. Disponibile da http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/viviamo-nellepoca-post-verit

Censis (2017), Allarme fake news in sanità: 8,8 milioni di italiani hanno trovato sul web informazioni mediche sbagliate. Disponibile da http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=121153

Il Messaggero (2018), Un italiano su tre cerca online notizie su dieta e cancro: allarmanti le informazioni false. Disponibile in https://www.ilmessaggero.it/salute/prevenzione/un_italiano_su_tre_cerca_online_notizie_su_dieta_e_cancro_allarmanti_le_informazioni_false-
4115799.html









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