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MEME: ARCHIVIO INFINITO DI CREATIVITA’

Articolo di Benedetta Mordente In un momento storico in cui il patrimonio multimediale è il più vasto mai visto, creatività e personalizzazione rappresentano l’essenza stessa dei meme, per la possibilità che danno di rielaborare i significati un numero infinito di volte. Una prima definizione Il meme è la minima unità culturale capace di replicazione nei cervelli. È,ad esempio, una moda, uno stereotipo, un'immagine, che si propaga tra le persone attraverso la copia o l'imitazione mediante disseminazione e condivisione . Questa è almeno la definizione che troviamo su Wikipedia. Il primo ad utilizzare questo termine fu Richard Dawkins nel suo libro Il gene egoista (1974), intendendolo come l’unità base dell’evoluzione umana, così come il gene è l’unità base dell’evoluzione biologica. Chiaro è che con l’avvento di internet il termine ha cambiato significato, ma l’associazione non è sbagliata: così come il gene si diffonde attravers

AIRBNB: DALL’OPPORTUNITÀ ALLA MINACCIA

Articolo di Paula Bonfiglioli



Airbnb e La Sharing Economy

Mettere le proprie proprietà in affitto come forma di entrata extra alla fine del mese è diventata una pratica molto popolare dopo la creazione di siti come Airbnb. 
Questo tipo di attività, che prima si faceva in maniera sporadica quando i proprietari erano in vacanza o se si aveva una stanza libera, è diventata una forma di business ed è cresciuta ad una velocità e con una proporzione che, in poco tempo, ha cominciato ad avere impatti negativi sulle città.

Prima di discutere del fenomeno di Airbnb e dei suoi impatti sulle città, si deve capire che cosa si intende per Sharing Economy; concetto spesso utilizzato per definire nuovi modelli di attivitá, come lo stesso Airbnb e Uber, ma poco spiegato nonostante sia usato sempre di piú per parlare dell’economia del futuro.
Il concetto, nato intorno al 2008 negli Stati Uniti, si definisce come una forma di collaborazione e condivisione, in cui gli utenti ridistribuiscono i loro beni o le loro risorse in modo che ognuno riesca a raggiungere certi obiettivi individuali. Attraverso l’utilizzo della rete, le persone che cercano un determinato servizio o un determinato prodotto trovano soluzioni alternative a quelle proposte dal mercato tradizionale e, molto spesso, anche a  prezzi più competitivi.

Diversa dalla semplice ridistribuzione di risorse, nella Sharing Economy si cerca sempre una forma di beneficio, sia tramite pagamento che attraverso uno scambio di servizi. Per i proprietari di immobili, la Sharing Economy si propone come un'ottima opportunità per avere una forma di entrata extra a basso investimento, visto che possono usufruire sfruttare dei beni già in loro possesso e metterli in condivisione come forma di servizi a pagamento a investimento nullo.
Uno dei modelli di Sharing Economy più conosciuto e con più successo è appunto Airbnb, creato nel 2008 negli Stati Uniti: è una rete di affitto di case e stanze per brevi periodi (Short Term Rent) che fornisce una piattaforma sicura sulla quale i proprietari possono mettere in affitto una stanza per giorni o mesi e dove i viaggiatori possono trovare quelle che si  adattano di più ai loro gusti e necessità. 

La piattaforma è riconosciuta per la buona valutazione degli utenti che attraverso la stessa riescono a trovare modi di viaggiare o soggiornare in un posto senza spendere quanto spenderebbero in un albergo, dando loro inoltre la possibilità di vivere un’esperienza particolare e conoscere più a fondo la cultura locale.
Questi tipi di piattaforme OVPR (Online Vacation Rental Platforms) sono state create durante un periodo in cui gli Stati Uniti soffrivano di un’enorme crisi economica e sono comunque cresciute in maniera esponenziale grazie al fatto che l’investimento iniziale per affittare letti, case e stanze tramite Airbnb e avere un’entrata extra, è praticamente nullo.
Airbnb non ha creato una nuova forma di condivisione dell’alloggio, ma ha intensificato questa modalità di affitto e di viaggi con la creazione di una piattaforma che rende più facile e più semplice il contatto tra quelli che cercano e quelli che lo offrono. Quello che prima si trovava attraverso volantini, consigli di un amico oppure post online in siti di affitto, oggi lo si trova  con un semplice click, e quindi la velocità di contatto tra proprietari e viaggiatori si riduce da settimane a minuti.


Airbnb per il mercato alberghiero


Viaggiare in  maniera comoda era prima sinonimo di attività costosa e solo coloro che   appartenevano a classi più alte potevano permetterselo. Per questo il primo a soffrire del grande impatto che Airbnb ha avuto sulle abitudini dei viaggiatori è stato il mercato alberghiero, che era sempre stato la prima  scelta per quanto riguardava gli alloggi dei viaggiatori. 
Di fronte al gran successo e ai bassi prezzi forniti da Airbnb, per la prima volta si sono trovati di fronte ad una minaccia per il loro modello di economia. In effetti in un periodo di solo 6 anni (2014) Airbnb ha raggiunto l’impressionante numero di 1.000.000 annunci , 350.000 ospiti in 190 paesi del mondo, mentre gli alberghi impiegano di solito tra i 30 e 250 anni per raggiungere gli stessi risultati  (S. Nieuwland, R. Van Melik, 2018).

Secondo il CEO di Airbnb, l’uno non sostituirà l’altro visto che sono modalità di viaggio ed esperienze molto diverse, nonostante gli impatti negativi siano ormai una realtà per gli alberghi.
Ricerche recenti hanno dimostrato che la perdita per gli alberghi non avviene perché essi vengono sostituiti, ma perché durante i periodi di alta stagione in cui l'alta richiesta fa sì che i prezzi si alzino, oggi si trova invece un’offerta di alloggi via Airbnb che diminuisce la domanda per gli alberghi (Genderman, 2018).
Questi alloggi supplementari vanno quindi ad aggiungersi a ciò che il mercato alberghiero offre, colmando la distanza con la domanda di alloggi dei viaggiatori e impedisce indirettamente l’aumento dei prezzi da parte degli alberghi, facendo diminuire le loro entrate durante l’alta stagione. Inoltre, con lo stesso budget, i viaggiatori riescono a prendere in affitto intere proprietà e pure coloro che che viaggiano con poche risorse riescono a trovare prezzi più modici per soggiornare nelle destinazioni di loro scelta e questo significa molto spesso una perdita di clienti per gli alberghi.

Airbnb per i quartieri

Con il grande successo di Airbnb, il numero di proprietà messe in affitto per brevi periodi cresce in maniera impressionante e diventa veramente un’opportunità di business, anche per quelli che affittavano sporadicamente i loro beni.
Tuttavia, il costante aumento della quantità di case destinate ad essere affittate per alcuni giorni o settimane dimostra che la disponibilità di case in affitto per i residenti diminuisce e quelle che restano  diventano ogni giorno più costose. A New York e Lisbona per esempio, per colpa di questa permanente rotatività, i prezzi delle case e degli affitti si è alzato tra il 6 e l’11% a NY (S. Nieuwland, R. Van Melik, 2018) e del 20% a Lisbona  (Folha de São Paulo, 2018) nelle diverse zone della città.

Proteste a Barcelona contro Airbnb. Fonte: Altreconomia; 2018

Inoltre, i proprietari hanno capito subito che, per le case recentemente rinnovate e più moderne, si possono chiedere affitti più alti. Sebbene sembri un buon cambiamento per i quartieri, a lungo termine, quando la gran parte delle case sono destinate ad affitti per corti periodi e sono recentemente rinnovate, l’offerta di case per i residenti è sempre più bassa e con prezzi sempre più alti. Questa diminuzione di case a disposizione per affitti a lunga durata, e questo aumento dei prezzi derivante dalle ristrutturazione delle case destinate agli Airbnb consolida la gentrificazione delle zone.
Oggi nelle grande città si trovano quartieri assolutamente svuotati di residenti locali perché é diventato impossibile pagare i nuovi prezzi altissimi, e molti decidono quindi di fare la stessa cosa e affittare le loro proprietà.

Sempre più spesso, si trovano “quartieri fantasma”, in cui pochissime sono le persone che riescono o vogliono rimanere e lentamente si cominciano a perdere gli aspetti culturali di una città. 
Venezia per esempio è diventata la grande città fantasma invasa da turisti molti decenni prima di Airbnb ed è forse l’esempio più chiaro di come l’apertura senza controllo di iniziative per il  turismo rappresentano una grande minaccia per la cultura locale.

Venezia invasa da turisti. Fonte: La Stampa Italia; 2016

Come forma di rimedio a questa situazione, alcune città hanno cominciato a vietare o controllare l’offerta di case sul Airbnb. Parigi ha messo un limite di 120 giorni di affitto, Barcellona ha iniziato a fare multe milionarie direttamente alle compagnie di affitti di corta durata per ogni proprietà che sia registrata come Airbnb (BBC, 2018), Palma di Majorca ha assolutamente vietato l’uso della piattaforma e quelli che continuano ad affittare le loro proprietà sul Airbnb rischiano una multa di €40.000 (G1, 2018).

Airbnb, la regolamentazione e la tassazione

La gran difficoltà nel capire e gestire Airbnb nelle grandi città viene dal fatto che è sempre stato affrontato come un modello tradizionale di economia, mentre questo segue le sue proprie regole e la sua propria logica di P2P, o peer to peer, che diverge dai tradizionali modelli di business tra clienti e impresa (S. Nieuwland, R. Van Melik, 2018).
Nel modello P2P,  le persone entrano in contatto direttamente con quelli che richiedono o offrono i servizi e il sito in questo caso serve soltanto come una piattaforma per facilitare questo contatto; in contrasto alla tradizionale agenzia immobiliare in cui gli agenti gestiscono tutta la parte della documentazione, nel modello P2P invece, la responsabilità di gestire il processo è dell’utente.
Ogni comune ha leggi diverse che regolamentano gli affitti e i contratti nelle zone e i proprietari non sempre stanno attenti alle regole dei quartieri in cui voglio affittare la loro casa. In alcuni quartieri per esempio gli affitti per brevi periodi sono assolutamente vietati, in altri il tempo minimo di affitto è di x mesi e quindi molto spesso si scopre che la gran parte di tutti questi annunci sono in realtà irregolari.  

Molti proprietari, inoltre, non gestiscono gli affitti come una forma di business e per questo molto spesso hanno dei problemi con la dichiarazione dei redditi e le tasse perché non stanno attenti al fatto che Airbnb è una forma di reddito e ogni paese ha delle regole diverse per gestire gli affitti.

Ancora una minaccia per le città 

Quello che è iniziato come una forma di guadagno extra per le persone che avevano una stanza libera, è cresciuto ad una velocità e in una proporzione che le città e i governi non hanno saputo gestire ed è diventato un grande problema a livello urbanistico, che ogni giorno influisce sui rapporti tra i cittadini e le loro città. È una forma di turismo e di economia che non è ancora chiara per nessuno e, prima che si stabilizzi, necessiterà di un po’ di tempo e alcuni tentativi per regolare e organizzare questo nuovo modello. 

Oggi, questi tipi di piattaforme rappresentano una minaccia reale, che se non gestita bene, potrebbe comportare un processo di distruzione urbana e culturale per  numerose città e paesi, come in qualche posto già sta avvenendo. 



BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA :

Bernardi, M. 2015, “Un’introduzione alla Sharing Economy”. 
Disponibile su:
https://boa.unimib.it/retrieve/handle/10281/116789/167622/UN%27INTRODUZIONE%20ALLA%20SHARING%20ECONOMY_BERNARDI.pdf 

Lehr, Dean D., 2015, "An Analysis of the Changing Competitive Landscape in the Hotel Industry Regarding Airbnb" . Master's Theses and Capstone Projects. 188. 
Disponibile su:

Shirley Nieuwland & Rianne van Melik, 2018, Regulating Airbnb: how cities deal with perceived negative externalities of short-term rentals, Current Issues in Tourism.

Gaby Hinsliff, 2018, Airbnb and the So-Called Shared Economy is Hollowing out our Cities.

Dina Genderman, 2018, The Airbnb Effect, Cheaper Rooms for Travelers, Less Revenue for Hotels
Disponibile su:

Globo, G1, 2018, Airbnb Completa 10 Anos Em Cenário Cada Vez Mais Regulamentado, 

David Reid, CNBC, 2018, Airbnb is making rents in New York City spike  as owners yank units off the market. 

Tony Nitty, 2018, Renting Your Home on Airbnb? Be aware of the Tax Consequences.
Disponibile su:

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